mercoledì 24 dicembre 2014

Bocce: Sotto l'albero di Natale per Ferrara ci sono due riaffiliazioni
Riaprono Bondenese e Vigaranese

da: La Nuova Ferrara di mercoledì 24 dicembre 2014

La foto del bocciodromo


Il 2014 delle bocce estensi si sta chiudendo con le consuete luci e ombre. Tuttavia, vi sono alcuni segnali di speranza per un rilancio del movimento boccistico che lasciano spazio ad un cauto ottimismo per il futuro. Riapriranno i battenti le bocciofile Bondenese e Vigaranese (di Vigarano Pieve), la cui mancata affiliazione aveva fatto sparire l'alto ferrarese dalla mappa geografica della Federbocce. Ripercorriamo le tappe delle vicende che hanno riguardato queste due storiche società della provincia: Bondeno, a causa di un calo di tesserati e di un avvicendamento ai vertici dirigenziali del circolo, aveva fatto cessare la propria disponibilità per i progetti federali a
fine 2013. L'iniziale mancanza di interessamento da parte delle istituzioni, anche a causa di un'evidente carenza di informazioni su quanto stava accadendo, aveva messo in ombra la richiesta d'aiuto da parte degli appassionati della zona e dei gruppi di ospiti disabili dei centri socio riabilitativi di Bondeno, che sulle corsie della società matildea si allenavano settimanalmente. Per riportare le bocce a Bondeno, le cui prime corsie erano state aperte nel lontano 1934, si è resa necessaria l'esperienza di un dirigente come Mirco Neri, che ha presentato un progetto di rilancio della bocciofila, caldamente accolto dal Comitato Provinciale e dall'amministrazione comunale, fino ad essere riconosciuto anche dalla nuova dirigenza del circolo, presieduta dal sig. Rolando Bonfiglioli, inizialmente scettico sulle possibilità di riapertura delle corsie di gioco che erano state adibite ad altri scopi ricreativi. Così, dal 1 gennaio, il bocciodromo 
di Bondeno, costruito dai soci nel 1983, sarà nuovamente disponibile: 2 corsie per tutti gli allenamenti durante la settimana e 4 corsie per le gare. La A.S.D. Bondenese ha già presentato l'iscrizione per il campionato di II categoria (B), che vedrà impegnati atleti d'esperienza come Bagni, Magri, Marangoni, Neri, Accorsi e Munerati.Anche altri giocatori locali torneranno a gareggiare per i colori biancocelesti. In progetto anche una scuola bocce con collaborazione con gli istituti scolastici locali e, infine, la speranza che si possano organizzare gare giovanili e di carattere provinciale senior individuando sponsor sul territorio. I centri socio riabilitativi si recheranno in bocciofila per due mattina alla settimana. A pochi chilometri di distanza anche la Vigaranese ha riaperto il bocciodromo, con il presidente Ferraretti che ha dato la disponibilità per ospitare eliminatori delle gare della provincia di Ferrara. La Vigaranese aveva chiuso dopo il terremoto del 2012 soprattutto per carenza di volontariato.

A Ferrara si punta anche sul ricambio generazionale: nelle società del comitato sono attivi ben 5 progetti per l'attività giovanile, in collaborazione con la FIB: oltre a Bondeno, nel 2015 avremo Porotto, Malalbergo, Ferrara e Argenta. Un progetto che darà i suoi frutti nel medio periodo, come riporta il coordinatore Andrea Mazzoni.

mercoledì 17 dicembre 2014

Lettera aperta al consiglio federale FIB

Il delicato ruolo del Tutor, tra aspettative, realtà e bisogni.


Il tutor ricopre un ruolo chiave all’interno della Federazione: si tratta di una figura di raccordo tra i progetti Federali e il territorio, ma non solo. I suoi compiti sono un vero e proprio motore per le attività istituzionali, promozionali e sportive che vedono protagonisti i giovani atleti e gli alunni delle scuole primarie e secondarie.
Ai tutor, in sintesi viene richiesto di:
- coordinare l’attività dei tecnici giovanili regionali e provinciali, collaborando con il responsabile della Commissione Giovanile FIB;
- organizzare dei corsi di formazione ed aggiornamento Regionali;
- ricoprire il ruolo di responsabile del Settore Scuola Regionale;
- essere di supporto alla Commissione Giovanile Regionale;
- essere disponibile per le esigenze Federali

Ed infatti, eccoci qui, due giorni nella Capitale per discutere insieme del nostro futuro. Potrete chiederci di agire a sostegno della Federazione. È sicuramente nostra intenzione farlo.
Ma vediamo, nello specifico, come stanno le cose?
I documenti federali parlano chiaro e chiedono molto:
I Tutor sono le figure formate dalla sinergia delle due aree della Commissione Giovanile ed hanno il compito di coordinare e supervisionare l’attività’ giovanile (scuola + avviamento all’agonismo) nei Comitati Regionali e Provinciali.
I Tutor sono formati dalla FIB con corsi che trattano sia della scuola, sia dell’avviamento e della pratica agonistica.
Il Tutor, in sinergia con le esigenze del Comitato Regionale si occupa della promozione e organizzazione logistica dei corsi di formazione per tecnici di cui sono i direttori.

Ma, a livello pratico, qual è la situazione?
I tutor sono stati formati, questo è vero, grazie ad un corso durato un paio di giorni presso il Centro Tecnico Federale. Non è così scontato, però, che tale formazione risulti sufficiente a ricoprire un ruolo così delicato. È vero che esistono in Federazione un ufficio che si occupa delle attività giovanili e una commissione, entrambi disponibilissimi a dare risposte, ma non sempre questo è possibile, perché a mio parere non sono ancora stati condivisi un know how sufficiente e una metodologia di lavoro che consentano di lavorare, lavorare con sicurezza e padronanza professionali.
Inoltre, come è specificato, il tutor si occupa dell’organizzazione di corsi di formazione, con il ruolo di direttore. Il tutor è realmente preparato a ricoprire tale ruolo? Conosce a sufficienza metodi di organizzazione di un corso, le metodologie didattiche, le metodologie di organizzazione dei materiali, le tecniche di relazione e comunicazione? Inoltre, come è supportato per svolgere tale mansione? Le segreterie dei comitati regionali non si sono mai occupate, nella maggior parte dei casi, dell’organizzazione di corsi. Il tutor cercherà di dare il meglio di sé, ma anche con le migliori intenzioni, avrà sempre qualche difficoltà organizzativa.
Tutto sommato è anche vero che la Federazione non ha scelto a caso, in quanto il tutor è selezionato come persona esperta e competente:
-  del mondo FIB , della sua storia , delle valenze e delle potenzialità dell’attività.
-  delle tematiche relative al fenomeno molto complesso che riguarda l’attività sportiva e non solo rivolta a bambini e ragazzi
- del mondo scolastico, dei programmi curriculari e dell’organizzazione delle attività didattiche e loro interrelazioni con il progetto Giocosport del Miur: “Bocce tutti in gioco”.
- della struttura organizzativa FIB Area scuola e Giovanile e degli obiettivi istituzionali per tali aree.
- del panorama territoriale societario che si occupa di attività giovanile per garantire il passaggio dall’attività scolastica a quella societaria per l’avviamento dei giovani all’attività federale.
- nelle relazioni con le amministrazioni CONI territoriali, ufficio scolastico provinciale e regionale, FSN, per attivare operazioni a favore della divulgazione del progetto.

È inoltre una figura preparata, attraverso conoscenze specifiche, con una formazione su:
- regolamenti tecnici attività giovanile
- funzioni relative al ruolo del tutor
- storia ed evoluzione della Federbocce
- funzioni e obiettivi attività riservata a portatori di handicap fisici e mentali
- gli obiettivi istituzionali relativi all’attività giovanile scolastica della FIB e la collaborazione tra società sportiva e istituzioni scolastiche
- la valenza, gli obiettivi del progetto Giocosport bocce e i programmi ministeriali scuola primaria e secondaria e correlazione obiettivi istituzionali Giocosport
- il regolamento dei giochi sportivi studenteschi
- programmi ministeriali primaria e secondaria obiettivi in relazione al progetto
- aspetti salienti della motricità infantile
- fasi dello sviluppo del pensiero nel bambino e nel giovane
- principi che regolano l’allenamento in attività giovanile
- metodologia dell’insegnamento per bambini e giovani
- modello della specialità : analisi abilità tecniche sport bocce
Premesso che i corsi di formazione tutor sono perfettibili, che è possibile e doveroso organizzare una formazione a distanza fruibile finalmente da tutti, abbattendo le barriere costituite dalle distanze e da impegni lavorativi degli stessi tutor selezionati, è comunque utile sottolineare la quantità e la qualità delle conoscenze richieste al tutor. Una mole e un tasso di difficoltà molto elevati.
I tutor dovrebbero essere messi nella condizione di acquisire questo know how, sfruttando il sapere offerto dai corsi di formazione organizzati sul territorio (ad esempio quelli della Scuola dello Sport del CONI) e/o da materiale didattico messo a punto da una commissione di esperti e fruibile in modo semplice. Filmati (che allo stato attuale sono pressoché assenti), illustrazioni, vademecum e guide. È anche bene far presente che, allo stato attuale, non solo non esiste un kit per l’educatore distribuito a livello federale, ma non esiste nemmeno un manuale per la preparazione fisica degli atleti nello sport delle bocce. Le esercitazioni sono solamente quelle previste dal quaderno dell’educatore, da cui si possono trarre utili indicazioni anche per tutta l’attività presportiva, ma le esercitazioni di carattere fisico, mirate a seconda dell’età degli atleti, sono tuttora a discrezione dei tutor e dei loro collaboratori.
Il tutor è insomma una figura a cui viene chiesto molto, anche a costo di andare oltre alle proprie competenze iniziali. Gli viene richiesto di aggiornarsi, di migliorarsi giorno dopo giorno. In un certo senso nelle sua mani passa il futuro del nostro movimento sportivo.
Ritengo opportuno riflettere assieme a voi di alcuni aspetti strutturali dell’attività del tutor.
- la mole di lavoro che egli dovrà svolgere annualmente.
- la struttura presso cui egli può svolgere il proprio lavoro (ufficio, palestra, ecc.)
Gli strumenti che ha a disposizione per lavorare (un mezzo di trasporto, attrezzatura tecnica, dispositivi informatici e di comunicazione).
Come primo aspetto quantificherei il lavoro che ogni tutor deve svolgere, in termini di impegno orario:
Formazione del tutor
- è ipotizzabile che la formazione iniziale di un tutor (selezionato con una preparazione di base sufficiente), non potrà giocoforza coincidere con la durata del corso di formazione. Alla fine è verosimile che il “tirocinio” si aggiri attorno alle, 15 giornate di lavoro. Circa 100 ore, suddivise tra aula, studio a distanza, formazione sul lavoro.  L’aggiornamento annuale dovrà essere sempre presente e può essere stimato attorno alle 40 ore, suddiviso tra letture, giornate di formazione in presenza e a distanza, aggiornamento dei materiali didattici.
Compiti del tutor
I documenti federali mettono per iscritto un vero e proprio mansionario. Il tutor dovrà svolgere una serie di azioni per far funzionare l’intero apparato per la promozione dello sport delle bocce, l’avviamento e la specializzazione di istruttori e atleti in età giovanile.
Egli:
- promuove, unitamente alla commissione giovanile operazioni di marketing per la pubblicizzazione del progetto sul territorio
- promuove e organizza nella scuola primaria e secondaria i° grado il progetto FIB di Giocosport e i GSS anche nella scuola secondaria di secondo grado
- si relaziona con MIUR USR e USP e CONI per la messa in opera del progetto
- si relaziona con CONI e FSN per inserire il progetto “Bocce tutti in gioco” con altre proposte operative sul territorio
- collabora con le società per le attività scolastiche in società
- collabora con gli istruttori delle società per le attività di avviamento alla specialità
- favorisce il passaggio degli alunni dalla scuola ad attività societaria e contribuisce alle specifiche funzioni atte a stabilire la sperata fidelizzazione
- organizza e dirige i corsi per educatore, istruttore e per insegnanti
- collabora con il responsabile tecnico regionale per allineare le attività scolastiche di confronto ludico con le attività preagonistiche territoriali cat. esordienti
- organizza e dirige i corsi regionali e provinciali FIB scuola
- monitora e verifica attività, raccoglie materiali
- possiede abilità di pianificazione-programmazione che consentano di adeguare il sistema
alle costanti richieste di adeguamento/rinnovamento
- opera in squadra all’interno di un sistema definito da ruoli e rispettive competenze consapevole del ruolo che svolge in un contesto sociale ben definito considerando gli aspetti che regolano e motivano le attività di spontaneo volontariato
- attiva relazioni formali con Scuola regionale dello Sport per ottenere sostegno nelle fasi di promozione dell’attività Giocosport e per la partecipazione dei docenti ai corsi di formazione e per gli aggiornamenti
- si confronta, si rapporta e collabora con altre agenzie che operano con bambini e giovani per sviluppo attività sport bocce
- assiste gli insegnanti, organizza e arbitra attività ludiche e/o di verifica
- aggiorna i suoi collaboratori
- organizza il momento ludico di confronto gioco sport bocce fasi di plesso – d’istituto provinciali
- assiste nei test di valutazione apprendimenti
- implementa annualmente le offerte di assistenza alle scuole
- ricerca sul territorio il personale tesserato e non, che abbia le competenze richieste per
ricoprire le funzioni di educatore scolastico e sportivo
-    informa e forma i dirigenti societari del territorio sulle varie attività e sugli eventuali sviluppi

A voi ogni commento. Chi ce l'ha fatta fare?
Permettetemi di aprire una parentesi: ho fatto i conti con l’assenza di materiali utili a svolgere questo lavoro che mi è stato chiesto, con l’assenza di  tempo a livello personale, ma ho considerato le esigenze del mio Comitato Regionale che, anno dopo anno, perde tesserati, vede mancare il ricambio e ha bisogno di nuove leve.
C’è bisogno di risorse umane, sia a livello di personale che si occupa del progetto “Bocce, tutti in gioco”, sia a livello di operatori all’interno delle società, società che sono sempre lontane dalla vera natura di un centro sportivo di avviamento ad una disciplina praticata a livello agonistico.  Mi sono preoccupato di dare il massimo supporto attraverso i corsi di formazione e attraverso la consulenza alle società bocciofile. Eppure avverto una sensazione di incompletezza, sento che avremmo potuto fare di più... se solo avessimo avuto più risorse, più certezze.
Quando sono stato nominato tutor ho avvertito un grande senso di responsabilità per il ruolo che mi veniva attribuito. Ero molto titubante nell’accettare tale incarico, ma poi ho detto sì, animato dalla passione che ho per questo sport e “facilitato”, diciamo così, dal mio background di tutor universitario, formatore ed educatore. Penso anche a coloro che si sono dovuti improvvisare tutor... e li stimo.
Eppure, nonostante la mia formazione, ho dovuto fare i conti con l’urgenza di dover svolgere buona parte delle mansioni che mi sono state richieste. Almeno quelle più urgenti. Via via,comunque, facevo i conti delle ore di lavoro, delle serate trascorse davanti al pc ad aggiornare la modulistica, i programmi, a monitorare l’avanzamento dei progetti e ad organizzare i corsi di formazione in una realtà mutevole che, giorno dopo giorno, si arricchiva di saperi e dettagli.
Ho fatto i conti con l’incertezza dovuta alla consapevolezza di essere una pedina fondamentale in questa Federazione, un “lavoratore” per la Federazione formalmente riconosciuto (con tanto di incarico e mansionario), ma totalmente privo di un riconoscimento come lavoratore. Sì, perché quello che mi viene chiesto, quello che viene chiesto a tutti i miei colleghi tutor, è un lavoro vero e proprio. Più che un part time. Approssimando...
- 15 giornate di lavoro (100) ore per organizzare i corsi di formazione
- 8 giornate (40 ore) tra docenze e tutoring in aula
- 4 giornate (20 ore) per scrivere le relazioni e le comunicazioni post corsuali
- 6 giornate per seguire da vicino il circuito Top10 e altrettante per prepararle (120 ore)
- Una media di 12 ore per attivare il progetto “Bocce, tutti in gioco”, in ciascuno dei 5 istituti toccati in regione Emilia Romagna, di cui mi sono occupato personalmente. Per fortuna per gli altri 10 istituti ho ricevuto grande collaborazione dai responsabili provinciali e il mio lavoro è sceso a 4 ore per la verifica del lavoro svolto. E sono altre altre 15 giornate di lavoro (100 ore)
- Ho anche svolto sostituzioni e affiancamenti per i nostri educatori sportivi impegnati nel progetto. A fine 2014 sto seguendo personalmente diversi progetti per le scuole medie. Ho in previsione almeno 80 ore di lavoro entro marzo 2013.
Ho svolto consulenze, aggiornamento dei miei collaboratori, ho guidato la mia auto per migliaia di chilometri in regione.
Il tutto, ripeto, senza alcun tipo di riconoscimento formale. Eppure ho lavorato come "libero professionista" per almeno 60 giornate intere. E allora mi chiedo:
È giusto che un lavoro simile sia lasciato al più tradizionale e spontaneistico volontariato?
È un comportamento corretto, questo, nei confronti di figure così importanti, che rappresentano un ingranaggio fondamentale nella grande macchina federale?
È produttiva tale situazione in una Federazione che guarda al futuro?
A mio parere siamo di fronte ad una delle più grandi incongruenze nella nostra organizzazione federale. Chi lavora per la Federazione deve essere un volontario? Ai tutor viene però richiesto un lavoro, con tanto di mansionario. Questo non è volontariato.
Anche per questa ragione vi sono ancora alcune regioni in cui i tutor non sono stati individuati. Altre regioni in cui il tutor, pur essendoci sulla carta, non ha ancora svolto attività. E' comprensibile: un giovane prima di tutto deve guardare al futuro e non può permettersi centinaia di ore di volontariato.
Non conosco la situazione nei vari comitati regionali. Posso dire che l’Emilia Romagna mi ha riconosciuto un compenso per l’organizzazione dei corsi di formazione, anche perché la mia attività professionale mi impone a livello legale di non percepire rimborsi per attività in ambito sportivo che siano strettamente attinenti al settore per cui ho aperto partita iva. Però c’è tutto il resto… tutto quanto è inserito nel mansionario e non viene riconosciuto. Altre 400/500 ore di lavoro, un lavoro che viene svolto con serietà e continuità. Penso che, nella maggior parte dei casi, se va bene i tutor percepiscano il rimborso spese. In alcune realtà locali niente di niente.
Così non si può andare avanti. Il tutor è una figura che merita un inquadramento più serio e una realistica aspettativa circa le sue attività.
Il tutor per lavorare ha bisogno di una base mensile a copertura dell'impegno standard. Naturalmente questo varia da comitato a comitato, ma è necessaria chiarezza immediata per quantificare l'impegno e permettere al tutor stesso di organizzare il proprio lavoro con una realistica progettazione delle attività.
In sede federale è parlato inoltre (anzi, forse esclusivamente), di compensi al raggiungimento degli obiettivi previsti. Sono d'accordo, ma è bene fare chiarezza su questo aspetto. E' necessario condividere gli obiettivi e, prima di tutto, le attività da svolgere per raggiungerli. La qualità del lavoro di un tutor non è sempre quantificabile numericamente. Per tale motivo i comitati regionali dovranno essere garanti dell'operato del proprio tutor.
Vi invito a riflettere su un’opportunità che potremmo sfruttare: le quote di iscrizione nelle gare, a partire dal primo gennaio 2015, aumentano di 50 centesimi a formazione per sostenere i Centri Tecnici Regionali. Ecco, questa potrebbe essere la strada per sostenere l’apparato di figure che operano a sostegno del ricambio generazionale tra i nostri tesserati. Oltre ai tutor ci sono gli educatori sportivi scolastici, gli istruttori, i centri di avviamento alle bocce che stanno nascendo. Tutti hanno bisogno di sostegno tecnico-metodologico (da parte dei tutor e della commissione giovanile) e di sostegno economico. 
Ciò che chiedo al Presidente Federale e al Consiglio Federale, è di considerare tale situazione come un’urgenza.
Chiedo che quanto si andrà a raccogliere non venga destinato all’acquisto di attrezzature utili ma non utilizzabili in quanto mancano le figure preposte a tale tipo di lavoro, alla realizzazione di progetti estemporanei che, per quanto nascano con le migliori intenzioni, non hanno il supporto tecnico di personale che vi si possa dedicare. Iniziamo dalle cose concrete, come le attività che sono inserite nel mansionario dei tutor:
Chiedo che questi 50 centesimi vengano destinati interamente all’attività del settore giovanile e alle figure che vi operano. Ai tutor, agli educatori, ai centri di avviamento alle bocce.
Troppo spesso abbiamo sentito promesse, praticamente mai mantenuti. I nostri sogni si sono puntualmente spezzati. Di progetti formalizzati, di bandi per attività da svolgere sul territorio, di inquadramento lavorativo per le figure chiave che hanno in mano il nostro futuro, ad oggi neanche l’ombra.
Abbiamo bisogno di certezze, di sapere quanto vale il nostro lavoro per la Federazione di cui siamo parte integrante. Vi chiedo di quantificarlo.
In ultima istanza, ciò che vi chiedo, dato che a noi state chiedendo giustamente tanto, è di cambiare rotta, di lavorare insieme riconoscendoci dignità professionale per ciò che stiamo facendo.
Un sincero augurio di buone festività.
Andrea Mazzoni.