Il delicato ruolo
del Tutor, tra aspettative, realtà e bisogni.
Il tutor ricopre un ruolo chiave
all’interno della Federazione: si tratta di una figura di raccordo tra i
progetti Federali e il territorio, ma non solo. I suoi compiti sono un vero e
proprio motore per le attività istituzionali, promozionali e sportive che
vedono protagonisti i giovani atleti e gli alunni delle scuole primarie e
secondarie.
Ai tutor, in sintesi viene
richiesto di:
- coordinare l’attività dei tecnici giovanili regionali e provinciali,
collaborando con il responsabile della Commissione Giovanile FIB;
- organizzare dei corsi di formazione ed aggiornamento Regionali;
- ricoprire il ruolo di responsabile del Settore Scuola Regionale;
- essere di supporto alla Commissione Giovanile Regionale;
- essere disponibile per le esigenze Federali
Ed infatti, eccoci qui, due
giorni nella Capitale per discutere insieme del nostro futuro. Potrete
chiederci di agire a sostegno della Federazione. È sicuramente nostra
intenzione farlo.
Ma vediamo, nello specifico, come
stanno le cose?
I documenti federali parlano
chiaro e chiedono molto:
I Tutor sono le figure formate dalla sinergia delle due aree della
Commissione Giovanile ed hanno il compito di coordinare e supervisionare
l’attività’ giovanile (scuola + avviamento all’agonismo) nei Comitati Regionali
e Provinciali.
I Tutor sono formati dalla FIB con corsi che trattano sia della scuola,
sia dell’avviamento e della pratica agonistica.
Il Tutor, in sinergia con le esigenze del Comitato Regionale si
occupa della promozione e organizzazione logistica dei corsi di formazione per
tecnici di cui sono i direttori.
Ma, a livello pratico, qual è la situazione?
I tutor sono stati formati,
questo è vero, grazie ad un corso durato un paio di giorni presso il Centro
Tecnico Federale. Non è così scontato, però, che tale formazione risulti
sufficiente a ricoprire un ruolo così delicato. È vero che esistono in
Federazione un ufficio che si occupa delle attività giovanili e una
commissione, entrambi disponibilissimi a dare risposte, ma non sempre questo è
possibile, perché a mio parere non sono ancora stati condivisi un know how
sufficiente e una metodologia di lavoro che consentano di lavorare, lavorare con
sicurezza e padronanza professionali.
Inoltre, come è specificato, il
tutor si occupa dell’organizzazione di corsi di formazione, con il ruolo di
direttore. Il tutor è realmente preparato a ricoprire tale ruolo? Conosce a
sufficienza metodi di organizzazione di un corso, le metodologie didattiche, le
metodologie di organizzazione dei materiali, le tecniche di relazione e
comunicazione? Inoltre, come è supportato per svolgere tale mansione? Le
segreterie dei comitati regionali non si sono mai occupate, nella maggior parte
dei casi, dell’organizzazione di corsi. Il tutor cercherà di dare il meglio di
sé, ma anche con le migliori intenzioni, avrà sempre qualche difficoltà
organizzativa.
Tutto sommato è anche vero che la
Federazione non ha scelto a caso, in quanto il tutor è selezionato come persona
esperta e competente:
- del mondo FIB , della sua
storia , delle valenze e delle potenzialità dell’attività.
- delle tematiche relative al
fenomeno molto complesso che riguarda l’attività sportiva e non solo rivolta a
bambini e ragazzi
- del mondo scolastico, dei programmi curriculari e
dell’organizzazione delle attività didattiche e loro interrelazioni con il
progetto Giocosport del Miur: “Bocce tutti in gioco”.
- della struttura organizzativa FIB Area scuola e Giovanile e degli
obiettivi istituzionali per tali aree.
- del panorama territoriale societario che si occupa di attività
giovanile per garantire il passaggio dall’attività scolastica a quella
societaria per l’avviamento dei giovani all’attività federale.
- nelle relazioni con le amministrazioni CONI territoriali, ufficio
scolastico provinciale e regionale, FSN, per attivare operazioni a favore della
divulgazione del progetto.
È inoltre una figura preparata,
attraverso conoscenze specifiche, con una formazione su:
- regolamenti tecnici attività giovanile
- funzioni relative al ruolo del tutor
- storia ed evoluzione della Federbocce
- funzioni e obiettivi attività riservata a portatori di handicap
fisici e mentali
- gli obiettivi istituzionali relativi all’attività giovanile
scolastica della FIB e la collaborazione tra società sportiva e istituzioni
scolastiche
- la valenza, gli obiettivi del progetto Giocosport bocce e i
programmi ministeriali scuola primaria e secondaria e correlazione obiettivi
istituzionali Giocosport
- il regolamento dei giochi sportivi studenteschi
- programmi ministeriali primaria e secondaria obiettivi in relazione
al progetto
- aspetti salienti della motricità infantile
- fasi dello sviluppo del pensiero nel bambino e nel giovane
- principi che regolano l’allenamento in attività giovanile
- metodologia dell’insegnamento per bambini e giovani
- modello della specialità : analisi abilità tecniche sport bocce
Premesso che i corsi di
formazione tutor sono perfettibili, che è possibile e doveroso organizzare una
formazione a distanza fruibile finalmente da tutti, abbattendo le barriere
costituite dalle distanze e da impegni lavorativi degli stessi tutor
selezionati, è comunque utile sottolineare la quantità e la qualità delle
conoscenze richieste al tutor. Una mole e un tasso di difficoltà molto elevati.
I tutor dovrebbero essere messi
nella condizione di acquisire questo know how, sfruttando il sapere offerto dai
corsi di formazione organizzati sul territorio (ad esempio quelli della Scuola
dello Sport del CONI) e/o da materiale didattico messo a punto da una commissione
di esperti e fruibile in modo semplice. Filmati (che allo stato attuale sono
pressoché assenti), illustrazioni, vademecum e guide. È anche bene far presente
che, allo stato attuale, non solo non esiste un kit per l’educatore distribuito
a livello federale, ma non esiste nemmeno un manuale per la preparazione fisica
degli atleti nello sport delle bocce. Le esercitazioni sono solamente quelle
previste dal quaderno dell’educatore, da cui si possono trarre utili
indicazioni anche per tutta l’attività presportiva, ma le esercitazioni di
carattere fisico, mirate a seconda dell’età degli atleti, sono tuttora a
discrezione dei tutor e dei loro collaboratori.
Il tutor è insomma una figura a
cui viene chiesto molto, anche a costo di andare oltre alle proprie competenze
iniziali. Gli viene richiesto di aggiornarsi, di migliorarsi giorno dopo
giorno. In un certo senso nelle sua mani passa il futuro del nostro movimento
sportivo.
Ritengo opportuno riflettere
assieme a voi di alcuni aspetti strutturali dell’attività del tutor.
- la mole di lavoro che egli
dovrà svolgere annualmente.
- la struttura presso cui egli
può svolgere il proprio lavoro (ufficio, palestra, ecc.)
Gli strumenti che ha a
disposizione per lavorare (un mezzo di trasporto, attrezzatura tecnica, dispositivi
informatici e di comunicazione).
Come primo aspetto quantificherei
il lavoro che ogni tutor deve svolgere, in termini di impegno orario:
Formazione del tutor
- è ipotizzabile che la
formazione iniziale di un tutor (selezionato con una preparazione di base
sufficiente), non potrà giocoforza coincidere con la durata del corso di
formazione. Alla fine è verosimile che il “tirocinio” si aggiri attorno alle,
15 giornate di lavoro. Circa 100 ore, suddivise tra aula, studio a distanza,
formazione sul lavoro. L’aggiornamento
annuale dovrà essere sempre presente e può essere stimato attorno alle 40 ore,
suddiviso tra letture, giornate di formazione in presenza e a distanza,
aggiornamento dei materiali didattici.
Compiti del tutor
I documenti federali mettono per
iscritto un vero e proprio mansionario. Il tutor dovrà svolgere una serie di
azioni per far funzionare l’intero apparato per la promozione dello sport delle
bocce, l’avviamento e la specializzazione di istruttori e atleti in età
giovanile.
Egli:
- promuove, unitamente alla commissione giovanile operazioni di
marketing per la pubblicizzazione del progetto sul territorio
- promuove e organizza nella scuola primaria e secondaria i° grado il
progetto FIB di Giocosport e i GSS anche nella scuola secondaria di secondo
grado
- si relaziona con MIUR USR e USP e CONI per la messa in opera del
progetto
- si relaziona con CONI e FSN per inserire il progetto “Bocce tutti
in gioco” con altre proposte operative sul territorio
- collabora con le società per le attività scolastiche in società
- collabora con gli istruttori delle società per le attività di
avviamento alla specialità
- favorisce il passaggio degli alunni dalla scuola ad attività
societaria e contribuisce alle specifiche funzioni atte a stabilire la sperata
fidelizzazione
- organizza e dirige i corsi per educatore, istruttore e per
insegnanti
- collabora con il responsabile tecnico regionale per allineare le
attività scolastiche di confronto ludico con le attività preagonistiche
territoriali cat. esordienti
- organizza e dirige i corsi regionali e provinciali FIB scuola
- monitora e verifica attività, raccoglie materiali
- possiede abilità di pianificazione-programmazione che consentano di
adeguare il sistema
alle costanti richieste di adeguamento/rinnovamento
- opera in squadra all’interno di un sistema definito da ruoli e
rispettive competenze consapevole del ruolo che svolge in un contesto sociale
ben definito considerando gli aspetti che regolano e motivano le attività di
spontaneo volontariato
- attiva relazioni formali con Scuola regionale dello Sport per
ottenere sostegno nelle fasi di promozione dell’attività Giocosport e per la
partecipazione dei docenti ai corsi di formazione e per gli aggiornamenti
- si confronta, si rapporta e collabora con altre agenzie che operano
con bambini e giovani per sviluppo attività sport bocce
- assiste gli insegnanti, organizza e arbitra attività ludiche e/o di
verifica
- aggiorna i suoi collaboratori
- organizza il momento ludico di confronto gioco sport bocce fasi di
plesso – d’istituto provinciali
- assiste nei test di valutazione apprendimenti
- implementa annualmente le offerte di assistenza alle scuole
- ricerca sul territorio il personale tesserato e non, che abbia le
competenze richieste per
ricoprire le funzioni di educatore scolastico e sportivo
-
informa e forma i dirigenti
societari del territorio sulle varie attività e sugli eventuali sviluppi
A voi ogni commento. Chi ce l'ha fatta fare?
Permettetemi di aprire una parentesi: ho fatto i conti con l’assenza di materiali utili a svolgere questo
lavoro che mi è stato chiesto, con l’assenza di
tempo a livello personale, ma ho considerato le esigenze del mio
Comitato Regionale che, anno dopo anno, perde tesserati, vede mancare il
ricambio e ha bisogno di nuove leve.
C’è bisogno di risorse umane, sia
a livello di personale che si occupa del progetto “Bocce, tutti in gioco”, sia
a livello di operatori all’interno delle società, società che sono sempre lontane
dalla vera natura di un centro sportivo di avviamento ad una disciplina
praticata a livello agonistico. Mi sono
preoccupato di dare il massimo supporto attraverso i corsi di formazione e
attraverso la consulenza alle società bocciofile. Eppure avverto una sensazione
di incompletezza, sento che avremmo potuto fare di più... se solo avessimo
avuto più risorse, più certezze.
Quando sono stato nominato tutor ho avvertito un grande senso di responsabilità per il ruolo che mi veniva
attribuito. Ero molto titubante nell’accettare tale incarico, ma poi ho detto
sì, animato dalla passione che ho per questo sport e “facilitato”, diciamo
così, dal mio background di tutor universitario, formatore ed educatore. Penso anche a coloro che si sono dovuti improvvisare tutor... e li stimo.
Eppure, nonostante la mia formazione, ho dovuto fare i conti con
l’urgenza di dover svolgere buona parte delle mansioni che mi sono state richieste. Almeno quelle più urgenti. Via via,comunque, facevo i conti delle ore di lavoro, delle serate trascorse davanti al
pc ad aggiornare la modulistica, i programmi, a monitorare l’avanzamento dei
progetti e ad organizzare i corsi di formazione in una realtà mutevole che,
giorno dopo giorno, si arricchiva di saperi e dettagli.
Ho fatto i conti con l’incertezza
dovuta alla consapevolezza di essere una pedina fondamentale in questa Federazione,
un “lavoratore” per la Federazione formalmente riconosciuto (con tanto di incarico e mansionario), ma totalmente privo
di un riconoscimento come lavoratore. Sì, perché quello che mi viene chiesto,
quello che viene chiesto a tutti i miei colleghi tutor, è un lavoro vero e proprio. Più che un part time. Approssimando...
- 15 giornate di lavoro (100) ore
per organizzare i corsi di formazione
- 8 giornate (40 ore) tra docenze
e tutoring in aula
- 4 giornate (20 ore) per
scrivere le relazioni e le comunicazioni post corsuali
- 6 giornate per seguire da
vicino il circuito Top10 e altrettante per prepararle (120 ore)
- Una media di 12 ore per
attivare il progetto “Bocce, tutti in gioco”, in ciascuno dei 5 istituti
toccati in regione Emilia Romagna, di cui mi sono occupato personalmente. Per
fortuna per gli altri 10 istituti ho ricevuto grande collaborazione dai
responsabili provinciali e il mio lavoro è sceso a 4 ore per la verifica del
lavoro svolto. E sono altre altre 15 giornate di lavoro (100 ore)
- Ho anche svolto sostituzioni e
affiancamenti per i nostri educatori sportivi impegnati nel progetto. A fine
2014 sto seguendo personalmente diversi progetti per le scuole medie. Ho in
previsione almeno 80 ore di lavoro entro marzo 2013.
Ho svolto consulenze,
aggiornamento dei miei collaboratori, ho guidato la mia auto per migliaia di
chilometri in regione.
Il tutto, ripeto, senza alcun
tipo di riconoscimento formale. Eppure ho lavorato come "libero professionista" per
almeno 60 giornate intere. E allora mi chiedo:
È giusto che un lavoro simile sia
lasciato al più tradizionale e spontaneistico volontariato?
È un comportamento corretto,
questo, nei confronti di figure così importanti, che rappresentano un
ingranaggio fondamentale nella grande macchina federale?
È produttiva tale situazione in
una Federazione che guarda al futuro?
A mio parere siamo di fronte ad
una delle più grandi incongruenze nella nostra organizzazione federale. Chi
lavora per la Federazione deve essere un volontario? Ai tutor viene però
richiesto un lavoro, con tanto di mansionario. Questo non è volontariato.
Anche per questa ragione vi sono ancora alcune regioni in cui i tutor non sono stati individuati. Altre regioni in cui il tutor, pur essendoci sulla carta, non ha ancora svolto attività. E' comprensibile: un giovane prima di tutto deve guardare al futuro e non può permettersi centinaia di ore di volontariato.
Non conosco la situazione nei
vari comitati regionali. Posso dire che l’Emilia Romagna mi ha riconosciuto un
compenso per l’organizzazione dei corsi di formazione, anche perché la mia
attività professionale mi impone a livello legale di non percepire rimborsi per
attività in ambito sportivo che siano strettamente attinenti al settore per cui
ho aperto partita iva. Però c’è tutto il resto… tutto quanto è inserito nel
mansionario e non viene riconosciuto. Altre 400/500 ore di lavoro, un lavoro che viene svolto con serietà e continuità. Penso che, nella maggior parte dei casi,
se va bene i tutor percepiscano il rimborso spese. In alcune realtà locali niente di niente.
Così non si può andare avanti. Il
tutor è una figura che merita un inquadramento più serio e una realistica
aspettativa circa le sue attività.
Il tutor per lavorare ha bisogno di una base mensile a copertura dell'impegno standard. Naturalmente questo varia da comitato a comitato, ma è necessaria chiarezza immediata per quantificare l'impegno e permettere al tutor stesso di organizzare il proprio lavoro con una realistica progettazione delle attività.
In sede federale è parlato inoltre (anzi, forse esclusivamente), di compensi al raggiungimento degli obiettivi previsti. Sono d'accordo, ma è bene fare chiarezza su questo aspetto. E' necessario condividere gli obiettivi e, prima di tutto, le attività da svolgere per raggiungerli. La qualità del lavoro di un tutor non è sempre quantificabile numericamente. Per tale motivo i comitati regionali dovranno essere garanti dell'operato del proprio tutor.
Vi invito a riflettere su un’opportunità
che potremmo sfruttare: le quote di iscrizione nelle gare, a partire dal primo
gennaio 2015, aumentano di 50 centesimi a formazione per sostenere i Centri
Tecnici Regionali. Ecco, questa potrebbe essere la strada per sostenere
l’apparato di figure che operano a sostegno del ricambio generazionale tra i
nostri tesserati. Oltre ai tutor ci sono gli educatori sportivi scolastici, gli
istruttori, i centri di avviamento alle bocce che stanno nascendo. Tutti hanno
bisogno di sostegno tecnico-metodologico (da parte dei tutor e della
commissione giovanile) e di sostegno economico.
Ciò che chiedo al Presidente
Federale e al Consiglio Federale, è di considerare tale situazione come
un’urgenza.
Chiedo che quanto si andrà a
raccogliere non venga destinato all’acquisto di attrezzature utili ma non utilizzabili in quanto mancano le figure preposte a tale tipo di lavoro,
alla realizzazione di progetti estemporanei che, per quanto nascano con le
migliori intenzioni, non hanno il supporto tecnico di personale che vi si possa
dedicare. Iniziamo dalle cose concrete, come le attività che sono inserite nel
mansionario dei tutor:
Chiedo che questi 50 centesimi
vengano destinati interamente all’attività del settore giovanile e alle figure
che vi operano. Ai tutor, agli educatori, ai centri di avviamento alle bocce.
Troppo spesso abbiamo sentito
promesse, praticamente mai mantenuti. I nostri sogni si sono puntualmente spezzati.
Di progetti formalizzati, di bandi per attività da svolgere sul territorio, di
inquadramento lavorativo per le figure chiave che hanno in mano il nostro
futuro, ad oggi neanche l’ombra.
Abbiamo bisogno di certezze, di sapere quanto vale il nostro lavoro per la Federazione di cui siamo parte integrante. Vi chiedo di quantificarlo.
In ultima istanza, ciò che vi
chiedo, dato che a noi state chiedendo giustamente tanto, è di cambiare rotta,
di lavorare insieme riconoscendoci dignità professionale per ciò che stiamo
facendo.
Un sincero augurio di buone
festività.
Andrea
Mazzoni.